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Gli Affreschi di San Ponzio

Gli Affreschi di San Ponzio


Calendario di apertura Cappella cimiteriale di San Ponzio:

 

domenica 2 Ottobre

domenica 16 Ottobre

 

Visite guidate a cura dei Volontari per l’arte

dalle ore 15,00 alle ore 18,30

Ingresso Gratuito.

Monticello d’Alba, vivace centro del Roero, vanta un primato di tutto rispetto: la più antica figurazione a fresco sinora ravvisata nell’albese. Nell’abside che sorge nel secolare cimitero situato a circa un chilometro dal centro storico, si possono ammirare frammenti di decorazioni di grande interesse storico e culturale. L’edificio viene menzionato nella vasta conferma di possessi fatta nel 1014 dall’imperatore Enrico III al Vescovo di Asti; secondo questo documento la chiesa di S.Ponzio risulta essere chiesa parrocchiale non sottoposta ad aluna pieve o monastero. Nel 1494 il Papa Alessandro VI ne concede il patronato ai Conti Roero di Monticello proprietari del castello situato nel capoluogo (Villa). La visita pastorale del 1585 attesta che la struttura è in buono stato, ufficialmente la chiesa è ancora parrocchiale, ma le funzioni religiose vengono celebrate nella chiesa della Villa; a S. Ponzio hanno solo più luogo le inumazioni tanto nel cimitero antistante la chiesa, quanto nelle tombe che si trovano sotto il pavimento della stessa. Con il passare del tempo l’edificio perde il campanile e la navata, conservando l’abside che ancor oggi può essere visitata ed ammirata. All’interno dell’abside l’affresco di maggior vetustà è certamente quello posto sulla destra raffigurante S.Ponzio, diacono di Cartagine, morto dopo il 260 d.C. La raffigurazione infatti lo ritrae con vesti pressoché diaconali e con gli strumenti del suo ministero rituale. Le insegne liturgiche sono la stola portata di traverso dalla spalla sinistra al fianco destro e la dalmatica. La carnagione del Santo è resa dall’autore di colore nerastro, così come nero è il S.Ponzio che appare nella pittura murale di forma ovale al centro della settecentesca facciata di tamponamento. Il riquadro frammentato (cm. 215x123), è composto di due figure di venerabili : S.Ponzio è raffigurato frontalmente, le braccia sono quasi conserte sul petto presentando un’ostia consacrata col crisma ed un libro chiuso. A fianco del Santo si può notare una ridotta figura di monaco vestita di un ampio mantello e saio bianco. Le iniziali in epigrafe, che lo affiancano, B e S suggeriscono l’identificazione in S. Benedetto, promotore del monachesimo occidentale. Autorevoli studiosi sostengono essere queste testimonianze di arte carolingia.. Il Perotti ne suggerisce la collocazione nel periodo che va tra l’ultimo quarto dell’ultimo secolo e la seconda metà del nono secolo. Sulla parete sinistra è ben visibile un riquadro rettangolare (cm. 95x50) di coloritura ocra e bruna con la raffigurazione di un Santo. Le quattro lettere in carattere nero compongono le iniziali “AL LO”, derivazione abbreviata di “Alloi” cioè Eligio. Il Santo tiene in mano un martelletto, una scatola per i chiodi, un ferro di cavallo; l’immediatezza della figura non chiaroscurata è messa in risalto dall’omogeneo fondo di ocra gialla. Quest’ultimo è da riferirsi o ad una cromatica citazione dei fondi dorati dell’arte bizantina oppure alle vocazioni dell’aureo metallo che il Santo orafo ha impiegato. Le sue caratteristiche formali lo collocherebbero in ambito protoromantico nella prima metà del XI secolo. Dislocato sopra l’immagine di Sant’Eligio, ma in diverso strato di intonaco, è riconoscibile un composito motivo geometrico con prevalenti colori rosso-brunati, bianchi e verdi. I fregi verticali a losanga, a tasselli di mosaico e con quadratini a scacchi decorano un riquadro con andamento parallelo ad una colonnina a torciglione. Nettamente più in basso a sinistra dell’altare è riscontrabile un altro frammento di affresco a malapena leggibile, di ancor più minute dimensioni (cm.34x35). All’estrema sinistra della parete dell’altare è affrescata una Madonna col Bambino (cm.165x105). La Madonna, resa quasi acefala dal degrado, tiene presso di sé il Figlio che sta eretto e lo osserva benedicendo. L’immagine è delimitata da una cornice dipinta a scacchiera bianco-nera nelle strisce verticali, interrotte a metà da motivi segnici a tortiglione. L’accentuato degrado e la picconatura hanno molto deteriorato questo dipinto; solo il bambino è ben leggibile. Si presume che il dipinto sia stato eseguito da un pittore franco-piemontese tra la fine del XIII secolo e gli inizi del ‘300. Il filone più eccentrico (così è stato definito da Giovanna Galante Garrone) per la pittura trecentesca in provincia è rappresentato nel Roero dalla ragguardevole Crocifissione affrescata sull’altare della cappella S.Ponzio. un riquadro (cm.250x180) raffigura il Cristo sulla croce con ai lati la Madonna piangente e l’addolorato S.Giovanni. Il sole e la luna sono raffigurati sopra il braccio trasversale dello strumento di supplizio e simboleggiano l’alternarsi del giorno alla notte. Le tre figure statiche, quasi pietrificate, sono rese con prevalenza di colori cinerei,freddi anche per le carnagioni. E’ da notare la particolare disposizione del Cristo crocifisso : egli ha il capo di tre quarti chinato, reclinato sulla spalla destra. Il suo torace è piuttosto ampio ed è delineato con pochi segni di contorno. Interessante è la schematizzazione delle coste: dieci e sette. Nonostante il supplizio in atto non vi è traccia di ferite sanguinanti o di percosse subite. La madre piange sconsolata ma silenziosa; l’apostolo prediletto invece si sostiene il capo con un’espressione affranta in viso. L’altra mano indica, agli osservatori, Gesù Cristo che dalla croce gli affidò l’incarico di prendere con sé la Madre. L’impianto della scena, con tre sole figure piramidali sul fondo monocromo, è tra i più antichi che ci sono pervenuti. La visita alla cappella ed al cimitero di S.Ponzio creano nel visitatore, anche nel meno esperto, suggestive emozioni e l’ideale ritorno ad un passato caratterizzato da linee essenziali, colori caldi e forme semplici ed armoniose.

Chiese a porte aperte For all.

Apertura e narrazione automatizzate dei Beni Culturali Ecclesiastici.

 

La porta della chiesa si apre automaticamente con lo smartphone. L’ingresso è reso possibile dalla App “Chiese a porte aperte”, scaricabile gratuitamente, che prenota e permette l’ingresso nei luoghi in autonomia, aprendo la porta attraverso un QR Code e dando accesso ad un sistema di guida della chiesa composto da musica, luci direzionali e narrazione in tre lingue.

Sono 6 gli itinerari di arte sacra in Piemonte e Valle d’Aosta accessibili attraverso la App “Chiese a porte aperte”. Una modalità tecnologica innovativa, ideata dalla Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta e dalla Fondazione CRT– Cassa di Risparmio di Torino, realizzata con il sostegno della Regione Piemonte, il cofinanziamento dei proprietari dei beni (parrocchie e comuni) e sotto l’alta sorveglianza delle Soprintendenze competenti per territorio.

Una volta scaricata l’App sul proprio smartphone, è sufficiente registrarsi e prenotare la visita gratuita: giunti sul posto nell’orario selezionato, inquadrando il QR code si apre la porta della chiesa. Una volta entrati è possibile far partire la “voce narrante”, abbinata a un sistema di illuminazione dei dettagli artistici come affreschi e capitelli. La Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta, fin dalla prima ideazione del progetto Chiese a porte aperte, ha inteso l’utilizzo delle tecnologie come uno strumento integrativo e non sostitutivo delle figure dei volontari culturali. Il sistema delle aperture automatizzate è stato infatti pensato proprio per quei siti storici che hanno intorno una comunità che se ne prende cura, luoghi vivi e riconosciuti.

 

Dall’estate 2022 nasce Chiese a porte aperte For all, con l’obiettivo di ampliare la fruibilità dei siti del sistema nella direzione di un’accessibilità̀ universale e per garantire più bellezza, più comodità, più autonomia, più ricchezza per tutti. Chiese a porte aperte For all pone attenzione alle capacità sensoriali e cognitive dei visitatori, con la realizzazione di pannelli visivo-tattili multisensoriali posizionati all’ingresso con la descrizione della chiesa, la definizione degli spazi e della facciata. Il pannello contiene anche le riproduzioni tattili di alcune opere d’arte con descrizioni audio. Sul pannello è inoltre presente un QR Code che permette di azionare un contributo audio-video in italiano in LIS, utile a interpretare quanto descritto nelle narrazioni automatizzate presenti del sistema Chiese a porte aperte.

Sul portale www.cittaecattedrali.it, oltre a tutte le altre informazioni, è presente il materiale utile alla preparazione della visita per tutti.